Un calendario lungo trent’anni, dal 2020 al 2050. Che coinvolgerà l’energia solare, le fonti fossili, il building automation, i sistemi di controllo dell’illuminazione e, ovviamente, la riqualificazione di immobili residenziali e non residenziali e gli incentivi fiscali dedicati alle ristrutturazioni.
La giornata della Terra di ieri è l’occasione per mettere in fila tutti gli adempimenti collegati alla nuova direttiva Case green (o, più tecnicamente, la Energy performance of buildings directive). Se alcuni temi, di maggiore impatto diretto sui cittadini, hanno monopolizzato il dibattito di questi mesi in Italia, i 38 articoli della direttiva (più dieci allegati) vanno parecchio oltre e regolano aspetti dei quali, invece, si è parlato molto meno.
Considerando, comunque, che l’impegno dell’Italia ad adeguarsi non mancherà, nonostante il voto contrario del nostro Paese al testo. Come ha spiegato ieri il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: la direttiva «non tiene conto di tutte le esigenze e delle caratteristiche del nostro Paese, anche se è migliorata molto. Un dissenso che abbiamo espresso e argomentato in tutte le sedi, ma che non mette in discussione l’impegno che abbiamo assunto sul fronte della decarbonizzazione e al 2050».
Facendo un passo indietro, il testo della direttiva è stato approvato, in via definitiva, dall’Ecofin del 12 aprile. Attualmente, è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. L’entrata in vigore è prevista venti giorni dopo la pubblicazione, ma si tratterà, di fatto, solo di un primo passaggio, perché poi ci vorranno mesi perché il provvedimento si metta in moto. Anche se qualche primo adempimento è previsto già nel 2024: gli edifici non residenziali dovranno dotarsi di sistemi di automazione e controllo per impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione con una potenza nominale utile superiore a 290 kW.
Nel 2025 la novità chiave è legata agli incentivi fiscali per l’edilizia. Non sarà, infatti, più possibile fornire agevolazioni alle caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili. Non è detto, però, che le caldaie (in grado di funzionare con altre fonti di energia) vengano totalmente tagliate fuori dagli sconti fiscali e dai contributi. La Commissione europea darà, a breve, indicazioni sul tema e potrebbe riaprire i giochi.
Per il recepimento vero e proprio della direttiva, bisognerà aspettare il 2026. La Epbd, infatti, dà due anni ai Paesi membri per adeguarsi al testo. Nel 2026, allora, si giocherà uno dei passaggi chiave del provvedimento. Sempre quell’anno, infatti, l’Italia (come gli altri membri dell’Ue) dovrà presentare il proprio piano di rinnovamento degli edifici residenziali all’esecutivo di Bruxelles. E, ancora nel 2026, darà il via al calendario di scadenze legate agli impianti solari.
Proprio il solare è una delle fonti cruciali per il futuro dei nostri edifici, in base alla Epbd. Così, gli Stati membri dovranno dare indicazioni perché tutti i nuovi edifici siano progettati «in modo da ottimizzare il loro potenziale di produzione di energia solare sulla base dell’irraggiamento». L’elenco di scadenze su questo tema (inserite all’articolo 10) è parecchio articolato. La più significativa è quella del 31 dicembre 2029. Entro quel termine andrà assicurata l’installazione di impianti solari adeguati «su tutti i nuovi edifici residenziali». Con una clausola, che torna in diversi passaggi della Epbd: l’installazione dovrà essere tecnicamente appropriata ed economicamente e funzionalmente fattibile. Viene, ad esempio, usata in modo simile per gli obblighi legati ai sistemi di controllo dell’illuminazione. Anche su questi vengono previste scadenze nel 2027 e nel 2029.
Il 2030, invece, è l’anno nel quale la direttiva inizia a fissare alcuni dei suoi target più ambiziosi. Anche se non è detto che ci si arrivi: nel 2028, infatti, i contenuti del testo saranno sottoposti a revisione da parte della Commissione. Qualche passaggio, in sostanza, potrebbe essere ritarato.
Se ciò non dovesse succedere, dal 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni, in base ai parametri tecnici della direttiva. Contemporaneamente, entrerà nei loro attestati di prestazione energetica il Gwp (Global warming potential), una misura del totale delle emissioni che un edificio genera in tutto il suo ciclo di esistenza. E, sempre nel 2030, scatterà il primo target per il taglio di consumi medi degli edifici residenziali. Dovranno essere tagliati del 16 per cento. Per andare avanti fino al 2050, quando tutti gli edifici (nuovi ed esistenti) dovranno essere a emissioni zero e a basso consumo di energia.
ANNO PER ANNO, TUTTE LE NOVITÀ PREVISTE DALLA DIRETTIVA |
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Le scadenze della Energy performance of buildings directive dal momento dell’entrata in vigore fino al 2050 | ||
2020 |
A partire da quest'anno si cominciano a calcolare gli obiettivi di riduzione dei consumi della direttiva
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2024 |
Pubblicazione ed entrata in vigore della direttiva Gli edifici non residenziali dovranno essere dotati di sistemi di building automation per impianti dalla potenza superiore a 290 kW |
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2025 | Da gennaio i Paesi membri non potranno fornire incentivi fiscali per l'installazione di caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili | |
2026 |
Entro quest'anno l'installazione di impianti solari sarà obbligatoria, dove fattibile, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali sopra i 250 metri quadri I Paesi membri dovranno presentare entro il 31 dicembre il primo piano sul rinnovamento degli edifici alla Commissione europea La Commissione dovrà adottare un atto per attuare l'utilizzo del Gwp (Global warming potential) |
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2027 |
Entro quest'anno l'installazione di impianti solari sarà obbligatoria, dove fattibile, su tutti gli edifici pubblici sopra i 2.000 metri quadri L'installazione di impianti solari sarà obbligatoria, dove fattibile, su tutti gli edifici non residenziali sopra i 500 metri quadri in caso di ristrutturazione pesante Gli edifici non residenziali dovranno essere dotati di sistemi di controllo dell'illuminazione per impianti dalla potenza superiore a 290 kW |
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2028 |
I nuovi edifici pubblici dovranno essere a zero emissioni in base ai parametri della direttiva Da gennaio per tutti i nuovi edifici con una superficie superiore a mille metri quadri andrà calcolato il potenziale di emissioni (il cosiddetto Gwp) Entro quest'anno l'installazione di impianti solari sarà obbligatoria, dove fattibile, su tutti gli edifici pubblici sopra i 750 metri quadri La Commissione sottopone a una revisione i contenuti della direttiva |
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2029 |
Gli edifici non residenziali dovranno essere dotati di sistemi di building automation per impianti dalla potenza superiore a 70 kW Entro quest'anno l'installazione di impianti solari sarà obbligatoria, dove fattibile, su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i parcheggi coperti Gli edifici non residenziali, quando fattibile, dovranno essere dotati di sistemi di controllo dell'illuminazione per impianti dalla potenza superiore a 70 kW |
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2030 |
Tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni in base ai parametri della direttiva Da gennaio per tutti i nuovi edifici andrà calcolato il potenziale di emissioni (il cosiddetto Gwp) Entro questa data il consumo medio degli edifici residenziali dovrà essere ridotto almeno del 16% Entro quest'anno l'installazione di impianti solari sarà obbligatoria, dove fattibile, su tutti gli edifici pubblici sopra i 250 metri quadri |
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2035 | Entro questa data il consumo medio degli edifici residenziali dovrà essere ridotto almeno del 20-22% | |
2040 |
Entro questa data si punta a raggiungere un bando dall'utilizzo di combustibili fossili nei sistemi di riscaldamento e raffrescamento Da questa data il consumo degli edifici residenziali dovrà essere ridotto di una percentuale che consenta di arrivare a zero emissioni entro il 2025 |
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2050 | Data entro la quale gli edifici esistenti dovranno diventare a emissioni zero |