Serve un rinvio di sei mesi ma solo con Sal al 30% e interventi avviati a febbraio
«Chiediamo sei mesi per poter chiudere i lavori avviati senza creare danni alle famiglie». È in questa frase, pronunciata dal vicedirettore generale dell'Ance Romain Bocognani, il nucleo della posizione che l'associazione dei costruttori ha portato ieri alle audizioni sul decreto Asset, presso le commissioni Ambiente e Industria del Senato, sulla vicenda del superbonus e dei crediti fiscali incagliati.Serve più tempo, per porre rimedio a quella che è già diventata un'emergenza sociale. L'Ance ieri ha sottolineato, ancora una volta, «la necessità di trovare soluzioni efficaci al blocco della cessione del credito che sta determinando forti criticità sotto il profilo sociale e avendo conseguenze dirette su moltissime famiglie proprietarie delle abitazioni oggetto di riqualificazione». Il blocco delle cessioni, in base alle stime dell'associazione, sta creando difficoltà a circa 95mila interventi (con 37mila condomini coinvolti), con effetti negativi su 320mila nuclei familiari, per un totale di 752mila persone (più della popolazione di Palermo e poco meno di quella di Torino). I cantieri, a causa della difficoltà di liquidare i crediti, non avanzano. E la proroga per le villette, inserita proprio nel decreto Asset, da sola serve a poco, perché «negli ultimi mesi i condomini hanno rappresentato più del 95% dell'importo dei lavori e più dei tre quarti degli interventi».
Una grande massa di lavori condominiali si sta insomma accumulando, e avrà bisogno di più mesi per essere smaltita senza finire impigliata nella tagliola del superbonus al 70%, in partenza a gennaio 2024 (per il resto del 2023 si andrà avanti con il 90%-110%).Questa proroga può essere costruita in maniera sostenibile, salvaguardando solo i cantieri effettivamente avviati ed evitando la corsa alla presentazione delle Cilas, vista nei mesi scorsi per altri provvedimenti simili. L'Ance, allora, propone di «assicurare una proroga di almeno sei mesi del superbonus per gli interventi sui condomini già avviati al 17 febbraio 2023 (per i quali operano ancora la cessione del credito e lo sconto in fattura), a condizione che, al 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell'intervento complessivo». Una doppia condizione che rappresenta una importante novità di ieri. La proroga da sola però non basta, perché le imprese oggi si confrontano con un mercato delle cessioni dei crediti ancora fermo, «anche alla luce del mancato avvio della piattaforma di cessione dei crediti, annunciata dal Governo come soluzione al problema dei crediti incagliati, in occasione dell'approvazione del "Dl blocca cessioni" della primavera 2023». Insieme alla proroga, quindi, bisogna «riaprire rapidamente l'acquisto dei crediti da parte delle società partecipate dallo Stato».
Nel decreto Asset, poi, oltre alla proroga per le villette e le unifamiliari, c'è anche una norma che prevede un nuovo obbligo di comunicazione per i crediti fiscali inutilizzati. Una norma che, secondo l'Ance, «desta forti perplessità», sia per il breve termine per l'invio della comunicazione sia per la sanzione a carico delle imprese cessionarie. Positivo, invece, il giudizio sulle novità in materia di bonifica dei siti contaminati e di autorizzazioni per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti. Mentre, sul caro materiali nei lavori pubblici, altro tema toccato dal decreto, l'Ance evidenzia «la necessità di rinnovare nel 2024 le misure straordinarie già adottate per il caro materiali negli anni 2022 e 2023». Sul punto, per adesso, il Dl prevede solo un intervento straordinario per consentire l'aggiornamento dei quadri economico finanziari di tre opere ferroviarie. Sarebbe opportuno introdurre misure analoghe anche per le altre opere pubbliche in corso di esecuzione.
(Fonte: ilsole24ore.com)