Scatta da martedì la possibilità di allungare la vita dei crediti: la chance passerà da una nuova funzionalità della piattaforma delle Entrate
Dopo il provvedimento del 18 aprile scorso, lo spalmacrediti sta per andare a regime. A partire dal 2 maggio, infatti, sarà possibile comunicare le opzioni attraverso la piattaforma delle Entrate. Così, in queste ore, l’Agenzia sta preparando un aggiornamento del manuale operativo per le cessioni dei crediti, per adeguarlo alle nuove indicazioni e attivare la nuova funzionalità.
La chance sarà disponibile per i crediti comunicati entro il 31 marzo scorso (quindi, sarà tagliata fuori tutta la remissione in bonis di quest’anno) e solo per il superbonus, il bonus barriere architettoniche e il sismabonus. Si presenta come una scialuppa di salvataggio per non perdere crediti fiscali. La regola, infatti, è che la parte residua di ciascuna rata annuale potrà essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Queste nuove rate saranno utilizzabili a partire dall’anno successivo a quello della rata originaria. Quindi, per una rata 2022 si parte con dieci rate dal 2023.
La rateizzazione sarà disponibile anche per i crediti già in parte utilizzati. Anche se la scelta, una volta effettuata, sarà irrevocabile: non ci sarà possibilità di rettificare o annullare la comunicazione. Su ogni rata, però, si potranno esercitare diverse opzioni nel corso dell’anno. Quindi, chi si renda conto che non ha più capacità fiscale per utilizzare gli sconti, potrà effettuare la comunicazione per allungare il periodo di fruizione e non perdere soldi.
La trasmissione della comunicazione, in base al provvedimento, dovrà essere effettuata utilizzando il servizio web disponibile nell’area riservata del sito delle Entrate: la cosiddetta «Piattaforma cessione crediti». Dal 2 maggio sarà disponibile l’opzione per il cessionario o il fornitore. Più avanti, a partire dal 3 luglio, ci si potrà muovere attraverso gli intermediari. Proprio le integrazioni alle funzionalità della piattaforma saranno oggetto del prossimo intervento delle Entrate sul tema: un aggiornamento del vademecum già oggi disponibile per le cessioni dei crediti. Tra le opzioni attualmente presenti sulla piattaforma comparirà, così, anche la possibilità di allungare l’arco temporale di utilizzo del credito. Anche se queste nuove rate non saranno ulteriormente cedibili in nessun caso. E non potranno neppure essere nuovamente spalmate o richieste a rimborso.
Non finirà con l’aggiornamento del manuale. Un’apposita risoluzione (che andrà a ritoccare la 71/E del 2022) dovrà istituire «specifici codici tributo per la fruizione delle nuove rate dei crediti d’imposta» e, poi, indicare «le istruzioni per la compilazione del modello F24».
La possibilità non riguarderà le detrazioni, ma i crediti di imposta acquisiti nel corso della vita dei bonus. Quindi, sono soprattutto le banche e le imprese di costruzioni che potranno usare lo spalmacrediti. Se per le banche questa possibilità sarà residuale, sono le imprese che hanno effettuato gli sconti in fattura che, invece, potrebbero trovarsi con crediti che non riescono a utilizzare e nemmeno a cedere. Allungare i tempi di utilizzo degli sconti, in molte situazioni, potrebbe essere l’unica strada percorribile per loro. Oggi, in base ai dati delle Entrate, le imprese di costruzioni hanno in pancia, per le annualità che vanno dal 2023 al 2026, circa dieci miliardi di crediti da compensare. Una cifra che potrebbe essere utile spalmare sulle annualità successive, per diluirne l’impatto.
(Fonte: ilsole24ore.com)